L’Aloe è storicamente considerata una pianta magica, utilizzata fin dall’antichità per risolvere una gran quantità di problemi, tanto che è stata definita, in diverse occasioni, una pianta prodigiosa.
Se andiamo a guardare nella profondità del prodotto troviamo quattro sostanze che possono giustificare l’azione importantissima e curativa dell’aloe.
- I mucopolisaccaridi
- Gli oligoelementi
- Gli steroidi
- Gli antrachinoni
I Mucopolissaccardi
I mucopolissacaridi sono le catene di zucchero complesse che presentano due attività importantissime: la prima è quella di proteggere dall’aggressione acida dello stomaco le sue stesse pareti e quelle dei primi tratti dell’intestino tenue. In questo modo esercitano un‘azione antiacida che non si manifesta soltanto all’esterno del corpo, come effetto tampone, ma anche all’interno poiché impedisce l’assorbimento di prodotti acidi che, se entrano nel sangue, dovranno essere poi annullati dai sistemi tampone interni, già di per se particolarmente stressati.
La seconda azione attribuita alla componente mucoipolissacaridica dell’aloe è quello dello stimolo immunitario questo, a sua volta, può essere sia di tipo diretto che di tipo indiretto. L’attività diretta è probabilmente stimolata dalle lunghe catene di zuccheri (polimeri) che vanno ad attivare i macrofagi ed a stimolarne l’attività di difesa dei confronti delle cellule estranee, incluse le tossine. L’attività indiretta è quella dovuta al fatto che mantenendo l’ambiente meno acido all’interno dell’intestino, possono favorire la crescita di una colonia batterica ottimale che di per se ha un suo effetto immunitario e di protezione.
Gli Oligoelementi
Gli oligoelementi presenti nel succo di aloe sono molti e soprattutto sono biocompatibili, cioè possono essere utilizzati dalle strutture dell’organismo umano. Uno dei meccanismi d’azione più importante di un integratore alimentare non è tanto quello di fornire il singolo principio attivo, ma quello di fornire elementi che possono agire in sinergia, poiché fanno parte naturale della stessa fonte. In questo modo, ad esempio, la presenza contemporanea e abbondante di manganese e selenio nell’aloe permette di attivare delle catene enzimatiche, in particolare quella della glutatione perossidasi e della superossidodismutasi che di per sé costituiscono due difese antiossidanti di enorme potenza. La ricchezza di vitamine e minerali che si accompagna parallelamente alla presenza di questi due oligoelementi contribuisce a far in modo che l’intero ciclo metabolico della produzione di energia all’interno della cellula funzioni correttamente. L’uso prolungato di un’aloe di buona qualità spesso è sufficiente per abbattere i livelli di omocisteina nel sangue. L’omocisteina è un elemento che indica un cattivo metabolismo a livello della cellula e permette di prevedere la possibilità di insorgenza di malattie cardiovascolari. Il nostro organismo smaltisce spontaneamente questo prodotto grazie alla presenza di acido folico, di vitamina B12, di betaina, di selenio, magnesio, zinco, che sono tutte sostanze presenti al’interno del succo di aloe di buona qualità.
Gli Steroidi
La presenza di steroidi svolge un importante ed utile azione antinfiammatoria che viene utilizzata dal corpo non tanto per una cura specifica quanto per bilanciare i continui stimoli infiammatori cui siamo sottoposti prima che questi diventino evidenti come sintomi. Gli steroidi vegetali si affiancano agli steroidi prodotti spontaneamente dal surrene potenziandone l’azione soltanto quando è richiesta.
Gli Antrachinoni
Dell’Aloe si dice che abbia un importante effetto lassativo. Questo è un punto controverso, poiché questo effetto è dovuto alla presenza di antrachinoni, primo dei quali l’oloina, che danno effettivamente all’aloe questa funzione. Il fatto è che l’aloina esercita la sua azione grazie ad un irritazione della parete intestinale che reagisce aumentando la peristalsi, cioè la forza di spinta delle feci. Per questo motivo un uso prolungato di aloe che contenga aloina non è consigliabile. Per sfruttare a pieno i reali benefici di questa pianta e poterla utilizzare per tempi prolungati occorre, pertanto, garantirsi che il prodotto non ocntenga la parte esterna, ovvero la buccia, da cui derivano gli antrachinoni.
Fonte: Alberto Fiorito – Progetto salute; Editrice La Mandragora.